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IL PERCHE' DELLE DIMISSIONI DELL'EX C.T. PERRONE -

Intanto devo rivolgere un ringraziamento a tutto l’ambiente del pattinaggio per le benevoli considerazioni che sono state espresse nei miei confronti.
     Molti amici mi hanno chiamato al telefono o mi hanno inviato e-mail esprimendomi i sensi della loro stima ed amicizia.
     Ritengo comunque necessario fare chiarezza sulle mie dimissioni nell’interesse mio personale e del pattinaggio stesso.
     Le dimissioni sono conseguenza di quanto segue:
     
     L’avvento del nuovo vicepresidente, nella nostra federazione, ha portato ad uno scadimento continuo e sistematico del nostro patrimonio tecnico.
     Decisioni molto spesso errate, prive di ogni contenuto tecnico hanno minato e stanno minando alla base, il futuro del nostro sport.
     Il vicepresidente e’ privo ( a mio giudizio) di quella conoscenza tecnica necessaria, ma , quello che e’ piu’ grave, lui non lo sa, anzi crede che, avendo fatto il Presidente Regionale della Toscana, e’ un esperto del pattinaggio. ( come alcuni di quei genitori che avendo visto qualche allenamento dei figli, ora sanno tutto e contestano anche gli allenatori).
     Personalmente credo che non sia in mala fede, purtroppo, non si rende conto che per decidere di questioni tecniche occorre essere in possesso di provata esperienza , vissuta sui campi di gara, sulla propria pelle, occorre conoscere il panorama internazionale, l’avvento di nuovi materiali, nuove tecniche. Quando si parla di distanze occorre conoscere la fisiologia e i meccanismi energetici, se non si vogliono fare gravi danni, oppure, avvalersi di collaboratori che abbiano queste caratteristiche. Ed in ultima analisi occorre essere appassionati di pattinaggio e non della poltrona
     Unica voce che si e’ sempre levata in difesa del pattinaggio, nell’ambito del settore tecnico, ed anche fuori, e’ stata quella del Sig. Mario Miconi, guarda caso anche lui dimissionario.
     I motivi di contrasto sono stati e sono i seguenti:
     da quando ho realizzato un mio sito personale www.robertoperrone.com non ha mai mancato velatamente di farmi capire che non era gradito. Inoltre non essendo un esperto di internet, recepiva ( anche in modo errato) quanto gli veniva riferito dai collaboratori più stretti . Il mio sito, che aveva il torto solo di ospitare le foto del nostri ragazzi, era considerato sovversivo. Io l’ho portato ugualmente avanti senza essere sovversivo ma continuando ad inserire le foto dei nostri ragazzi.
     Sono stato totalmente contrario all’eliminazione dei circuiti di destrezza da me pensati quando ero responsabile del “Gruppo allenatori” e poi sbandierati come suoi dall’attuale responsabile della S.I.P.A.R. I circuiti di destrezza avrebbero costituito la base di preparazione generale e multilaterale dei nostri piccoli atleti. Tra qualche anno , troveremo nei centri, ragazzi che non sanno incrociare nel senso inverso o non sanno fare alcuni particolari esercizi che dovrebbero viceversa costituire il loro naturale bagaglio tecnico.
     Nessun investimento su ricerca o sperimentazione di nuovi materiali e/o nuove tecniche. Quando nei centri abbiamo testato e sperimentato il “CLAP” lo abbiamo fatto in proprio con l’aiuto di un costruttore amico che ha messo a disposizione il materiale a titolo personale.
     Ho dovuto spesso battermi per poter avere nello staff della nazionale persone competenti che fossero di mia fiducia e non quelle imposte dall’alto facenti parte di un elenco di tecnici non scelti dai commissari.
     Ho sempre contestato il rapporto conflittuale che si e’ ritenuto di adottare nei confronti di atleti di vertice, verso i quali ho sempre chiesto di aprire un dialogo paritetico che tenesse conto delle reciproche esigenze. Ma soprattutto ho sempre chiesto, anche per iscritto, che venissero trattati da uomini.
     Ho sempre contestato, l’operato del responsabile della “scuola pattinaggio”. Malgrado percepisca un congruo compenso annuale, questo responsabile conduce il suo settore in assoluta autonomia e per scopi strettamente personali. Pur se inviato per anni, a spese della Federazione, ai mondiali ed europei, per effettuare cassette audiovisive per i tecnici, nulla e’ stato fatto e nessun allenatore possiede alcuna cassetta se non pochi intimi e raccomandati. Io come commissario non l’ho mai avute ( e sarebbero state molto utili).
     Ho sempre chiesto e quasi mai ottenuto di effettuare qualche trasferta all’estero con una rappresentativa giovanile che potesse, da un lato, allargare la rosa degli atleti in nazionale e, dall’altro, verificare lo stato tecnico dei nostri concorrenti nel contesto europeo.
     Ho sempre contestato il fatto di dover elemosinare la possibilità di effettuare i raduni nazionali utilizzando la cortesia di qualcuno. Una Federazione che si rispetti non può fare questo.
     Ho contestato l’invenzione politica del Sig. Sozzi dei raduni regionali ed interregionali eliminando i raduni nazionali. Chi si occupa di pattinaggio e di sport in generale, seriamente, sa benissimo che non si possono allenare insieme atleti con competenze tecniche diverse. Si potevano fare i raduni regionali per coloro che non hanno ancora le abilità per partecipare a quelli nazionali ma, lasciare in piedi, questi ultimi. Essi avrebbero continuato a costituire uno stimolo per i ragazzi, per i tecnici, e soprattutto per i genitori, unici sponsor del nostro sport. Inoltre avrebbero rappresentato una normale vetrina dalla quale attingere con maggiore attenzione per la Nazionale. Comunque un raduno, effettuato sabato pomeriggio e domenica mattina, non aggiunge nulla al bagaglio tecnico dei ragazzi ma è solo un tentativo per buttare fumo negli occhi.
     Sono stati sottoscritti contratti con sponsor tecnici senza interpellare il sottoscritto che, in sede di competizione, non ritenendo di utilizzare detti materiali, ha dovuto subire le ragionevoli rimostranze degli sponsor stessi.
     Pur avendo relazionato abbondantemente sugli ultimi risultati degli europei giovanili, questa Federazione continua a credere che vinciamo tutto con la giovanile. Questo non e’ affatto vero, anzi, non lo e’ piu’. Negli altri paesi europei hanno finalmente imparato a pattinare ed in qualche caso anche meglio di noi. I nostri dirigenti pare non se ne vogliano accorgere e sono ancora contenti se perdiamo “cosi diamo qualche soddisfazione anche agli altri"
     La scelta delle sedi dei campionati Italiani non e’ mai avvenuta su basi tecniche ma esclusivamente su basi politiche e di favoritismo.
     In occasione del famoso campionato Italiano ragazzi/allievi strada svoltosi a Savona nel 2001(?) ebbi occasione, alcune settimane prima del loro svolgimento, di riferire al sig. Sozzi che avevo saputo di alcune lacune del percorso e ritenevo doveroso andare a controllare. Mi rispose che di quel campionato se ne stava occupando il consigliere Brenna molto esperto di pattinaggio e che io dovevo stare al mio posto.!!!!! Voi tutti sapete poi come e’ andato a finire quel campionato.
      Questi ed altri ancora sono i motivi per cui ho dato le dimissioni evitando, dopo 25 anni di appartenenza alla Federazione Italiana Hockey e pattinaggio, di essere messo alla porta.
     
      Roberto Perrone 22/gennaio/2005
     

 

 
 
 

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